La Costituzione tradita

L’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis è fra gli intellettuali che negli ultimi anni hanno maggiormente contribuito a riportare al centro del dibattito culturale la Costituzione, anche come lungimirante manifesto politico che attende ancora una piena attuazione.
Lo ha fatto scrivendo sferzanti pamphlet come “Se Venezia muore” (2014) o “Italia s.p.a.” (2007) contro la svendita del patrimonio d’arte. E poi saggi come “Paesaggio Costituzione, cemento” (2010) contro la deregulation, l’abusivismo e il consumo di suolo che va contro la salvaguardia del paesaggio e “Costituzione incompiuta” (2013) in cui sviluppa – con Montanari, Maddalena e Leone – la riflessione di Calamandrei che già il 2 giugno del 1951 scriveva della festa della Repubblica come “la festa dell’incompiuta”.

Ma l’Accademico dei Lincei, docente della Normale e presidente del comitato scientifico del Louvre si è occupato di Costituzione anche in numerosi articoli e interventi, molti dei quali (comprese le 15 tesi per l’Italia apparse su “Left” nel 2013) sono ora raccolti nel volume “Costituzione! Perché attuarla è meglio che cambiarla”, pubblicato da Einaudi nel 2016 come i libri precedenti.
Il volume è stato presentato al Salone del libro di Torino il 15 maggio 2016 presenti l’autore e il giurista Gustavo Zagrebelsky, in una sala dei 500 gremita di pubblico.

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Relatore
Salvatore Settis
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